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Zafferana Etnea : la storia, l’enogastronomia, i sentieri naturalistici

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Zafferana Etnea, tra le varie località incastonate nel Parco dell’Etna è, senza dubbio, una delle più caratteristiche. E’ una cittadina dal cielo terso ed azzurro, dal clima mite e dall’aria salubre. Il panorama è unico: a est la costiera jonica che spazia dal golfo siracusano a quello di Taormina; a ovest il più alto vulcano attivo d’Europa, l’Etna, ammantato dai ricchi boschi di castagno e faggio.

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“A seicento metri sopra le falde dell’Etna, s’affaccia sul mare da cui vede scivolare, gonfio, rapido e color rosa , il sole del mattino […]
Paolo il caldo” Vitaliano Brancati

LA STORIA

La perla dell’Etna, come meritatamente è definita, sorge a 600 m sul livello del mare, dista 23 km da Catania e 30 da Taormina; ha una superficie di 76,12 Kmq. ed è popolata da 8255 “zafferanesi”. Il suo nome sembra derivi dall’arabo “Zaufanah” che, per alcuni, indica il giallo delle ginestre che impera le rocce laviche del suo territorio; per altri significa “fischio di vento” o ancora “contrada ricchissima d’acqua”.

Una notizia storicamente più attendibile la troviamo nell’Enciclopedia italiana di Gerolamo Boccardo. Qui si racconta che nel Settecento era molto diffusa in Europa la coltivazione del fiore detto zafferano. In Sicilia, dove si coltivava quello selvaggio (crocus longiflorus) e quello domestico (crocus sativus), lo si chiamava “zafarana”. Questa coltivazione “era l’industria principale– scrive il Boccardo – nel moderno comunello di Zafferana Etnea; che da detta cultura prese il nome”. In seguito, nel 1811, fu aggiunta la denominazione Etnea con l’intento di evitare ambiguità con altre due località siciliane.

Le origini della cittadina sono legate all’insediamento, fra il XII e il XVII secolo, nella Valle S.Giacomo di un gruppo di frati Benedettini. L’esistenza del Priorato è attestata da alcuni documenti risalenti alla fine del XIV secolo. In particolare, una bolla del Papa Eugenio IV, datata 1443, testimonia che il 25 luglio di ogni anno, la valle si popolava di un gran numero di pellegrini che giungevano da ogni angolo della Sicilia per devozione a San Giacomo. Il Romitaggio, purtroppo, venne distrutto dal terremoto del 1693. Oggi del Priorato di “S.Giacomo”, un monastero medievale con annessa una chiesa, rimane solo un rustico caseggiato, diventato per alcuni pastori un riparo alla calura estiva.

Esterno Chiesa madre di Zafferana Etnea

IL CENTRO STORICO

Il centro storico è un bijoux di notevole effetto, strutturato secondo una successione di terrazze degradanti da monte verso valle. La struttura del centro urbano, di prevalente formazione ottocentesca, si snoda su due strade parallele a mezza costa – via Roma e via Garibaldi – sulle quali sono situate le principali attività commerciali. Fra le due vie sono inserite a differente altezza, la piazza principale e la Matrice.

Piazza Umberto I, il luogo del ritrovo dei zafferanesi, ha una pianta rettangolari ed è valorizzata, sui lati maggiori, da rigogliosi alberi. Dalla piazza si apre un belvedere “che è come un trampolino proteso” sul mare e che dà sui sottostanti giardini comunali. Questi sono caratteristici per la fontana circolare illuminata da molteplici luci nelle ore notturne, per le frondose palme, i roseti e le siepi curate a forma di disegni geometrici, nonchè famosi per essere stati sede, negli anni ’50, della prima discoteca sotto le stelle della provincia di Catania.

La Chiesa Madre, come la vediamo oggi, è il risultato dell’opera di ricostruzione effettuata dopo il terremoto del 1818. La facciata, con i due campanili gemelli, si caratterizza per lo stile barocco e la pietra bianca che contrasta con il nero della pietra lavica di cui sono costituiti i gradoni della scalinata. Nella parte superiore del prospetto principale sono ubicate tre finestre cieche, in quella centrale è ospitata la statua di S.M. della Provvidenza a cui la chiesa è dedicata.

La facciata presenta tre portali, quello di destra è sormontato da una barca simbolo del sacrificio di Dio e quello centrale del Cristo Redentore. I portali sono in ferro e arricchiti da bassorilievi bronzei raffiguranti scene della vita di Maria e di Cristo, una scena della vita monastica dei frati che vivevano nel priorato di S.Giacomo e la processione miracolosa avvenuta nel 1792 durante un’eruzione dell’Etna.

Nel suo interno si conservano una pala d’altare che ritrae “S.Giuseppe col Bambino”, un’opera del pittore zafferanese Giuseppe Sciuti e la splendida tela della Madonna della Seta di G. Rapisarda.

Un’elegante scalinata liberty a doppia rampa, con al centro il busto marmoreo del celebre pittore, conduce il visitatore al Palazzo Municipale, sito in posizione scenografica sulla piazza principale. La costruzione del Palazzo, anche esso in stile liberty, risale alla fine dell’ottocento.

L’edificio si sviluppa su due piani e l’apertura centrale del prospetto è sormontata dallo stemma della cittadina, che ne rappresenta contemporaneamente la storia e l’economia: la poiana, un uccello rapace che era presente in Valle S.Giacomo, l’uva con il viticcio, che rappresentava la fonte economica principale, ed il Monte Etna; lateralmente spiccano due putti alati.

All’interno del Palazzo si trovano due pregevoli tele dello Sciuti; una raffigurante l’eruzione del 1852 che minacciò seriamente il centro abitato; l’altra posta nella sala consiliare, è un dipinto allegorico dal titolo “Il Benessere e le Arti”. Zafferana può anche vantarsi di possedere un Parco Comunale impreziosito da esemplari della flora mediterranea e da alberi secolari di alto fusto nonchè da camelie e magnolie delle varietà più pregiate.

Tra i graziosi vialetti scorgiamo la Palazzina in stile liberty – che ospita la biblioteca, gli uffici della solidarietà sociale e della pubblica istruzione – il viale delgi uomini illustri, ed il moderno Anfiteatro con i suoi 2500 posti a sedere. 

A poca distanza dal Parco merita una visita la Chiesa della Madonna delle Grazie, costruita nel 1914, quando il paese fu colpito da un terremoto. La struttura, benedetta nel dicembre 1995, presenta oggi una facciata in stile liberty, con un campanile risalente ai primi del ‘900 e una nicchia che ospita la statua della Madonna delle Grazie.

Nella zona denominata Piano dell’Acqua, ai piedi della colata lavica del ’91 -’93 che minaccio seriamente il centro abitato, sfiorandone qualche casa rurale, sorge l’altarino della Madonna della Provvidenza. Costruito dai fedeli nel 1994, in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo è luogo di ritrovo di coloro che ogni anno, nel mese di giugno, ricordano l’evento con una funzione religiosa.

Un altro altarino costituito in segno di devozione a N.S. della Provvidenza è quello posto all’entrata del paese che ricorda il miracoloso arresto della lava nel 1792 ai piedi della Vergine. Nella periferia sud del territorio del Comune di Zafferana Etnea, nella frazione di Sarro, si erge l’ottocentesca Villa Manganelli.

La splendida residenza estiva degli omonimi principi è immersa in un grande parco conosciuto come “feudo”, nella frazione di Pisano si trova una pregevole opera: la Cisternazza, costruita verso la metà del XVIII secolo dai frati domenicani provenienti da Acireale. Si tratta di una grande cisterna, profonda una decina di metri con una originalissima bocca ottagonale di m 3,20, che il popolo per la sua consistente mole, chiamò “a istinazza”. Sorge dietro l’abside della Chiesa di S. Giuseppe, al centro di un piccolo fortino avente come entrata un artistico portale di bugne laviche.      

ENOGASTRONOMIA

Consigliamo ai buongustai il seguente itinerario eno-gastronomico: i prelibati piatti della cucina locale a base di funghi porcini, il coniglio alla cacciatora, le tradizionali pizze “siciliane”, accompagnati dal superbo Rosso dell’Etna, i gustosi cannoli alla ricotta, le rinomate foglie da tè – alle mandorle, alle nocciole o ai pistacchi – le gustosissime paste – di mandorla, di nocciola, di pistacchio, al limone, all’arancia – e i biscotti “sciatori”, riccamente ricoperti di cioccolato.

Per finire, nel nostro variegato menù, non possono mancare le squisite mele, nelle svariate qualità di “cola” e “gelato cola”, le pere, le ciliegie, le pesche dal profumo e dal gusto ineguagliabile, nè le autunnali caldarroste. Le castagne, infatti, non più alimento di base, costituiscono uno sfizioso fine pasto nei giorni di festa.

Non si può lasciare il piccolo comune senza aver gustato il nettare degli dei: “il miele”, che nelle sue varietà di castagno, arancio, limone, achillea, eucaliptus, sulla, millefiori, timo, fico d’india, acacia, propolis è l’ingrediente indispensabile di molti dolci tipici, dalle zeppole di riso ai mostaccioli. Grazie ad una produzione pari al 15% di quella nazionale, Zafferana Etnea è per antonomasia “la città del miele”.

Nella cittadina risiedono 800 apicoltori (circa il 10% della popolazione residente) e hanno sede il CO.A.SI., Consorzio tra Apicoltori di Sicilia, la Cooperastiva Agricola Apicoltori Etnei e l’Associazione Comunale Produttori Miele (Sicilmiele).

Il comune etneo convive da sempre con il mitico vulcano “Etna”, in un rapporto di costante minaccia e distruzione, nonchè di caparbia ricostruzione. La lava, materia da plasmare e modellare è diventata, nelle mani degli ormai pochi maestri scalpellini, elemento decorativo, fregio ed ornamento ricercato per case, strade, monumenti, fontane e giardini  

SAGRE ED EVENTI CULTURALI

Ottobrata Zafferanese

L’Ottobrata Zafferanese, la rassegna estiva “Etna in scena” e il premio letterario “Brancati Zafferana” fanno della cittadina uno dei paesi più conosciuti, dandone un’immagine di comunità laboriosa e attenta alla cultura e alle tradizioni. Nelle domeniche di Ottobre la mostra mercato che è strutturata in sagre, offre una tematica culinaria ad uno dei prodotti tipici dell’Etna. In questa occasione il paese si veste di colori, profumi, musiche e sapori della nostra terra. L’Estate zafferanese si svolge all’insegna della cultura: un susseguirsi di manifestazioni teatrali, musicali e di rassegne cinematografiche che attraggono il pubblico presso l’Anfiteatro comunale. Il Premio Brancati, fortemente voluto, nel 1967, da letterati di fama internazionale come Moravia, Sciascia, Pasolini, Maraini, per onorare lo scrittore pachinese che amava soggiornare a Zafferana, si pone su un piano privilegiato nell’ampio panorama delle manifestazioni culturali. Nella passate edizioni annovera, infatti, la partecipazione di autori quali Elsa Morante, Giuseppe Bonaviri, Sebastiano Addamo, Luigi Malerba, Vincenzo Consolo, Giuseppe Pontiggia, Ezra Puond e Maria Luisa Spaziani.


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