Fontana dell'Elefante

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La fontana più importante di Catania è quella dell’Elefante proprio al centro di piazza Duomo.

Dalle macerie della città distrutta dal terremoto del 1693 furono recuperati: un obelisco in granito rosa e un elefante di pietra lavica privo della proboscide e di parte delle zampe. L’obelisco , opera egittizzante forse di epoca imperiale romana, si intrecciavano leggende pagane e fantasie antiquarie, fratturato al’estremità superiore e inferiore, era stato reimpiegato come architrave nell’antico palazzo vescovile.

La Fontana dell’Elefante fu innalzata, con estro e indubbia fantasia dal Vaccarini, che ispirandosi al monumento di Bernini in piazza della Minerva a Roma la , nel 1735 realizzò il progetto di un monumento che potesse rappresentare la memoria storica di Catania.

Ultimata nel 1736 la fontana fu scoperta al pubblico nel gennaio del 1737 e così divenne il fulcro di Piazza Duomo. La vasca quadrilobata alla base fu aggiunta nel 1757.

I pezzi che la compongono riassumono l’armonia tra i diversi elementi naturali e le varie culture che si sono avvicendate nei millenni di storia catanese; le immagini dei fiumi Simeto ed Amenano nel basamento, l’elefante in pietra lavica al centro che reca sulla gualdrappa il motto e lo stemma della città, l’obelisco egiziano in alto che richiama il passato glorioso dominato dalla sfera e, come logica conclusione, il ricordo del sacrificio della vergine e martire Agata.

Le iscrizioni della Fontana dell’Elefante

Curiosità sul nome “Liotru”

Il nome “Liotru”, attribuito all’elefante di Catania, deriva dal nome di un catanese molto colto, Eliodoro, che visse nel periodo bizantino (VIII sec.) e che avrebbe voluto essere nominato vescovo di Catania. Quando fu nominato vescovo il ravennate Leone II, Eliodoro ci rimase male e, servendosi della sua intelligenza e dei suoi poteri soprannaturali, cominciò a turbare le sacre funzioni e ad attirare il popolo catanese mostrandosi in groppa alla statua di un elefante; dal nome Eliodoro venne quello di Liotru, che ancora oggi serve a definire l’enigmatico animale sistemato dal Vaccarini al centro della fontana di piazza Duomo.

L’elefante era un animale molto rappresentato nelle immagini allegoriche seicentesche. Esso simboleggiava la temperanza e compare in alcune opere d’arte di famosi pittori fiamminghi. In un catalogo di immagini simboliche, l’elefante si accompagna ad una donna che tiene in mano una briglia e rappresenta la moderazione degli appetiti e la ricerca dell’equilibrio interiore.

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