Catania, in cui gli ambienti urbani di piazza Duomo e via dei Crociferi sono da considerare le aree più rappresentative sia per la qualità urbana che per il contesto architettonico, è un esempio di città interamente ricostruita in situ.
Più volte distrutta dalla lava e dai violenti terremoti, è sempre stata ricostruita grazie all’amore e alla volontà dei suoi abitanti. Ancora oggi continuano ad emergere dal sottosuolo le vestigia della città antica, che sopravvissute alle dinamiche dell’Etna, offrono numerose testimonianze sulle millenarie vicende locali che hanno visto succedersi diverse civiltà e stratificazioni culturali: Greci, Romani, Goti, Bizantini, Arabi, Normanni, Aragonesi.
Piazza Duomo e Piazza Università – Catania – Foto di Augusto Bizzi
Teatro Greco Romano Catania – Foto di Augusto Bizzi
Castello Ursino – Catania – Foto di Augusto Bizzi
Proprio durante la sovranità spagnola, nel 1669 un’imponente eruzione vulcanica mutilò il sistema difensivo e distrusse coltivazioni ed interi quartieri. La sciagura peggiore arrivò l’11 gennaio 1693, quando Catania e gran parte delle città della Sicilia sud-orientale furono rase al suole da un terribile terremoto.
Braun & Hogenberg, Catana Urbs Sicilia, 1598. Ristampa a colori di La clarissima Città di Catania, Roma 1592.
Giacinto Platania, Eruzione del 1669, affresco nel Duomo di Catania.
In uno scenario di morte e distruzione, in cui si contarono tra le 12 e le 16 mila vittime (solo nella città di Catania) poco rimase in piedi delle strutture tardo medievali e rinascimentali: solo il Castello federiciano e le absidi della Cattedrale, nonchè poche porzioni della cinta muraria cinquecentesca.
Quello fu anche l’anno della rinascita di Catania, che deve il suo aspetto attuale all’immediata ricostruzione sui resti delle fortificazioni. La città fu per decenni un unico grande cantiere che vide l’avvicendarsi di numerosi architetti, tra i quali ha lasciato un segno indelebile il palermitano Giovan Battista Vaccarini.
Explication du plan de Catania, c. 1700. Bibliothèque nationale de France
Il nuovo piano urbanistico volle vie larghe e rettilinee, interrotte regolarmente da ampie piazze, per offrire veloci vie di fuga o sicuri rifugi in caso di nuovi terremoti, raggiungendo ad ogni modo risultati artistici di altissimo livello.
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