CALTAGIRONE

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Caltagirone, la cui immagine urbana è enfatizzata da una scenografia barocca teatrale, rappresentativa della continuità che può leggersi in alcuni centri del Val di Noto: conserva quasi intatto il disegno urbano medievale sul quale si innesta la crux viarum seicentesca. La parte alta, più antica, della città è dominata dalla monumentale ed imponente scalinata della Chiesa di S. Maria del Monte.

Territorio abitato fin dal periodo preistorico, come testimoniano le numerose tracce di insediamenti risalenti all’età neolitica e all’età del Bronzo. Dotata di un ricco e vasto territorio di pertinenza, gode durante il periodo normanno, di grande prosperità economica.

La città, quasi completamente distrutta dal terremoto del 1693, venne ricostruita con una ricca architettura particolarmente scenografica, inserita in un contesto urbano del tutto peculiare, legato alla configurazione del sito.

A differenza di altre città del Val di Noto, come Noto stessa, Ragusa, Avola e Grammichele,
Caltagirone venne ricostruita sul sito della vecchia città.

La configurazione urbanistica dell’attuale centro risente quindi, a tratti, dei condizionamenti del tessuto medievale e rinascimentale. Ma varie parti della città hanno restituito tracce archeologiche pertinenti a diverse fasi. Alcuni di questi ritrovamenti sono relativi a fornaci per la cottura dell’argilla. Ciò documenta come la lavorazione della ceramica abbia ricoperto in questa realtà un ruolo rilevante almeno a partire dall’età greca.

Molto ben dotata appare la città per quanto riguarda gli spazi museali ed espositivi: il Museo Civico dell’ex Carcere Borbonico, la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, la Mostra Naturalistica Civica, il Museo Regionale della Ceramica, la Galleria Fotografica “Luigi Ghirri”, il Museo dei Cappuccini, il Museo arte e spettacolo dei Pupi Siciliani, la mostra-mercato permanente della ceramica, la mostra permanente “Le Ville dei Gattopardi” ospitata nella restaurata Villa Patti.

Nel territorio extraurbano del Comune di Caltagirone si trovano numerose e importanti necropoli, segno residuale degli insediamenti delle popolazioni pre-greche. Il territorio appare ricco di siti archeologici al momento non attrezzati in modo adeguato: Monte San Mauro, Sant’Ippolito, Altobrando, Monte Balchino, Piano Casazze, la necropoli della Montagna, della Rocca e di Pille.

Le campagne attorno a Caltagirone sono tuttora ricche di pregevoli testimonianze di archeologia rurale come il Bosco di Santo Pietro. L’attività agricola e contadina si manifesta in masserie, fattorie, casolari, perfettamente inseriti nel paesaggio e che perpetuano l’utilizzo di materiali e metodi produttivi frutto di tradizioni millenarie. L’interesse del visitatore si concentra soprattutto sui mulini ad acqua, sui frantoi e sui palmenti scavati nella roccia viva. I siti sono collegati tra loro da antichi viottoli interpoderali (“trazzere regie”) e da sentieri millenari.

Caltagirone, inoltre, conserva importanti esempi di archeologia industriale, frutto di un’antichissima tradizione artigianale. Le testimonianze più antiche sono rappresentate dalle officine e dai quartieri abitati dalle antiche corporazioni; relativamente più recenti sono le fabbriche di laterizi e di manufatti in sughero, risalenti alle prime fasi dell’industrializzazione.

Il patrimonio architettonico monumentale è rappresentato prevalentemente da chiese, conventi e palazzi storici, ma non mancano esempi di architettura dei giardini

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